Tipiche della tradizione popolare piemontese sono le "masche", che altro non sono se non streghe dedite alle magie e ai malefìci... in realtà povere donne emarginate perché diverse, vittime dell'ipocrisia della gente, delle superstizioni, talvolta depositane di antiche tradizioni.
È il caso di citare alcune donne discendenti delle antiche sacerdotesse celtiche, belle fate di bianco vestite, detentrici della saggezza druida...
In genere si recavano ai luoghi dei loro convegni notturni, i sabba, volando, utilizzando un unguento magico con cui si cospargevano il corpo. Nella sua composizione rientravano alcuni ingredienti caratteristici: ossa di morti, sangue di vipera o pipistrello, parti di rospi e le immancabili erbe velenose.
Si tratta di piante medicinali in grado di alterare lo stato mentale di chi le utilizza, tra le quali si possono citare l'Aconitum napellus, l'Atropa belladonna, l'Hyoscyamus niger, la Mandragora offìcinarum e la Datura stramonium. Gli alcaloidi contenuti nell'/Acon/rum napellus vengono assorbiti direttamente dalla pelle; per assorbimento, invece, per gli altri principi attivi sono necessarie sostanze grasse, utili anche per evitare alcuni effetti collaterali.
L'assunzione di tali sostanze in piccole dosi conduce generalmente a secchezza di gola, difficoltà di parola, perdita della volontà, sogni e allucinazioni: si hanno descrizioni da parte di soggeti che hanno provato tali sostanze sui proprio corpo di "voli" psichici. L'assunzione in dosi più elevate porta a sonno profondo e prolungato, (oltre 20 ore), fino all'avvelenamento.
In Val Chisone si utilizza ancora, al posto di "masca", il termine di "framasun", derivante dalla traduzione dialettale del termine "Framassone", riferito alla setta segreta iniziatica tra le più importanti del mondo attuale, che ha però radici nel Medioevo. L'associazione tra stregoneria e framassoneria è legata al fatto che in quest'ultima le attività sono strettamente riservate ai suoi membri, le riunioni normalmente comprendono un ritualismo tradizionale e, per entrarvi, occorre subire una cerimonia iniziale con prove simboliche, costituente l'iniziazione, proprio come la stregoneria.
Ma le montagne piemontesi sono popolate di infinite altre entità soprannaturali lo stesso termine di "masca" è spesso usato per definire un'entità che si manifesta una volta con sembianza animalesca, la volta successiva con un alito di vento, poi ancora tramite un rumore...
Nei territori della pianura e del Cuneese si tramanda l'esistenza del "Servan", un folletto un po' burlone e un po' malvagio, capace di entrare nelle case attraverso il camino dei tetto, disturbare le bestie al pascolo o nelle stalle, far suonare le campane fuori orario, correre come un disperato sopra i tetti, mettere in subbuglio le soffitte... Per sfuggire alle sue malefatte c'è un solo rimedio: una salda condotta morale!
Numerosi sono poi i folletti, in genere burloni ma benevoli nei confronti degli umani... La loro presenza può soltanto essere supposta e quasi mai accertata al primo colpo, dal momento che si manifestino in modo diverso ogni volta.
Soprattutto vengono chiamati in causa per giustificare comportamenti anomali degli animali, incubi degli umani, stati malinconici delle donne...